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Il Cattolicesimo
Il Brasile è il più grande paese cattolico del mondo. La Chiesa Cattolica ha segnato profondamente la storia e la vita dei brasiliani di ogni categoria sociale e di ogni razza. Insieme al dominio coloniale, poi all’impero, alle classi dominanti e alla struttura schiavista della società, il cattolicesimo ha costituito uno degli assi portanti del paese.
Insieme ai navigatori e ai primi colonizzatori arrivarono i religiosi, specialmente Benedettini, Francescani e Cappuccini che diedero inizio alla vita culturale del Brasile e alla sua stessa lingua. Durante i due secoli in cui è capitale del Brasile coloniale, Bahia vede la comparsa di grandi figure di religiosi, come padre Anchieta, che con le loro opere e le loro azioni conquistano un grande spazio nella vita di Salvador. È a loro che si deve la proibizione della caccia e della schiavitù degli Indios. Così il Cattolicesimo è stato fino ai nostri giorni religione ufficiale, ma anche religione del popolo. Solo i riti africani facevano una certa concorrenza, ma venivano celebrati in luoghi nascosti.
Dopo aver mantenuto il monopolio e l’esclusiva della religione per secoli, il Cattolicesimo, dalla seconda metà del XIX secolo, deve affrontare grandi problemi interni ed esterni. Con la grave acutizzazione dei problemi sociali, nasce la Teologia della Liberazione e le decine di migliaia di “Comunità di base” producono una grande divisione all’interno del mondo ecclesiastico e dei fedeli rimasti legati ad una visione più tradizionale e conservatrice. Il mondo cattolico si divide tra una “Igreja Conservadora” e una “Progressista”.
Negli anni Sessanta e Settanta la Chiesa è l’unica voce contro il regime militare e i suoi eccessi. Il rientro nelle caserme dei militari negli anni Ottanta ha visto nella chiesa cattolica brasiliana attenuarsi certe tematiche sociali, per accentuare sempre di più le esigenze tradizionali della cura delle anime.
Certamente il fatto che da Giovanni Paolo II non sia stato nominato nessun vescovo della cosiddetta “ala progressista”, ha provocato come conseguenza che nella potente CNBB (Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani, composta da circa 350 vescovi) al progressista Dom Luciano Mendes de Almeida succedesse il conservatore Dom Lucas Moreira Neves nel 1994.
Arcivescovo di Bahia e primate del Brasile, era dal 1988 cardinale. Ha lavorato a lungo in Vaticano con Papa Paolo VI e con Giovanni Paolo II che lo tiene in grande stima e amicizia. Pur rifiutando la collocazione tra i “conservatori” è entrato varie volte in polemica con i fenomeni di sincretismo religioso tipici di Salvador. È considerato un papabile ed è chiamato ad un grande ruolo: rilanciare e riorganizzare la Chiesa per affrontare il più grande pericolo mai presentatosi al Cattolicesimo brasiliano, l’impetuosa avanzata dei protestanti. Nel luglio del ’98 è stato nominato Prefetto della potente Congregazione per i Vescovi.
Nel 2000 si è dimesso dal suo incarico ed è morto l’8 settembre del 2002. Gli è succeduto come arcivescovo di Bahia Dom Geraldo Majella Agnelo, divenuto cardinale nel concistoro del 2001. Dom Majella è primate del Brasile.

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